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Cooperazione tra Medico di Base e Psicologo di Base

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La cooperazione tra MMG e Psicologo nell'ambito del Progetto su scala Nazionale dell'ISP che prevede la collaborazione tra Medici di base e Psicologi, si concretizza nell'avvio, presso lo studio del MMG o presso lo studio privato dello psicologo (a seconda del modello di cooperazione stabilito) del Servizio di Psicologia a Libero Accesso (SPLA) che prevede la possibilità per tutti i pazienti afferenti allo studio medico cooperante di svolgere un primo colloquio gratuito con lo psicologo responsabile del servizio. Quest'utimo inoltre potrà liberamente stabilire se effettuare più di un colloquio gratuito in seno al SPLA.

Inoltre, sempre in base alle necessità del paziente e alle competenze possedute dallo psicologo, quest'ultimo/a potrà inviare il paziente ad altro professionista o, in base alle competenze possedute e su richiesta del paziente, può effettuare interventi privatamente secondo le condizioni economiche stabilite liberamente con il paziente stesso. Tali prestazioni sono da intendersi come esterne e indipendenti dal SPLA.

 

L'integrazione della figura dello psicologo nell'ambito dei servizi di cure primarie può presentare alcune difficoltà iniziali.

Di fondamentale importanza per l'efficacia di tale modello di cooperazione è la co-localizzazione del medico e dello psicologo delle cure primarie nella stessa struttura.


La ricerca ha dimostrato infatti che solo una minoranza dei pazienti inviati dal medico allo psicologo esterno alla struttura prendono effettivamente un appuntamento e lo rispettano, mentre è stato dimostrato che la cooperazione funziona bene quando le due figure professionali sono co-localizzate (Cummings, 1997).


Di fatto la co-localizzazione di medico e paziente facilita fortemente il primo contatto tra i pazienti inviati dal medico e lo psicologo operante nella stessa struttura: tale processo viene ulteriormente facilitato quando è il medico stesso a presentare il paziente allo psicologo, ciò che spesso comporta il dover fare pochi metri sino alla stanza dello psicologo.

Grazie alla co-localizzazione e alla cooperazione tra medico e psicologo, il paziente percepisce che tra medico e psicologo vi è una diretta relazione professionale; inoltre, la vicinanza dei due studi diminuisce le preoccupazioni del paziente di essere considerato "malato di mente"

Tuttavia la collaborazione tra psicologo e medico può essere attuata seguendo diversi modelli, a seconda del tipo di accordo di cooperazione che lo Psicologo stabilirà con il o i medici di base locali; a tal riguardo lo psicologo può proporre al medico di base diversi tipi di modelli di cooperazione, a seconda delle possibilità e della disponibilità del medico e dello psicologo.

Vediamo più da vicino i 5 modelli di cooperazione principali:

Modello di Cooperazione di tipo A = un pomeriggio o una mattina a settimana, il medico di base dà la disponibilità ad accogliere lo Psicologo nella sua stessa stanza delle visite durante le ore di ricevimento, in copresenza con il medico stesso. In questo caso dunque lo psicologo è sempre presente nella stanza del medico e, al paziente che entra, è data la possibilità di scegliere se:

1 effettuare la visita medica con il medico di base e lo psicologo insieme = lo psicologo, ascoltando direttamente la problematica esposta dal paziente, è in grado di riconoscere l’eventuale presenza di una problematica psicologica legata alla richiesta dell’assistenza medica, e interviene.


2 – effettuare la visita medica senza la presenza dello psicologo: in quest’ultimo caso lo psicologo esce per tutta la durata della visita e rientra per la visita con il paziente successivo. Lo psicologo può tuttavia entrare qualora il medico lo chiami.


Il vantaggio principale di questo modello è che la valutazione della presenza o meno di una problematica psicologica o di una componente psicologica legata alla condizione medica, è lasciata direttamente allo Psicologo, la cui competenza professionale in ambito psicologico è superiore a quella del medico. Inoltre questo modello presenta il più elevato livello di integrazione medico-psicologo nell’ambito dei servizi di cure primarie.


Modello di Cooperazione di tipo B = un pomeriggio o una mattina a settimana, il medico di base dà la disposizione ad accogliere lo Psicologo nella stanza delle visite, su chiamata dello stesso medico, durante le ore di ricevimento.

Il medico dunque svolge la sua consueta attività di visite, con la differenza che, nel giorno concordato, può chiamare lo psicologo (che sta in una stanza vicina) qualora il paziente, messo al corrente dallo stesso medico circa la possibilità e l’utilità di una consulenza psicologica in loco, accetti di effettuare tale consulenza, nell’hic et nunc.


Modello di Cooperazione di Tipo C = un pomeriggio o una mattina a settimana, il medico di base, durante gli orari di visita, mette a disposizione dello psicologo uno spazio idoneo (uno studio non utilizzato o altri spazi decorosi e che garantiscano la privacy del paziente) all’interno della stessa struttura, in cui ricevere i pazienti che possono necessitare di un consulto psicologico.


Modello di Cooperazione di Tipo D = un pomeriggio o una mattina a settimana, il medico di base mette a disposizione dello psicologo uno spazio all’interno della stessa struttura, ma al di fuori degli orari di visita. In questo caso il Medico di Base invierà i pazienti allo Psicologo prendendo egli stesso (o la segreteria) contatti con lo Psicologo o delegando il paziente ad effettuare la prenotazione autonomamente. Questo modello ha il forte svantaggio si differire i tempi di visita del medico e quelli di visita dello psicologo, pur rimanendo il requisito della co-localizzazione.


Modello di Cooperazione di Tipo E = lo Psicologo mette a disposizione un pomeriggio o una mattina a settimana per ricevere i pazienti eventualmente inviati dal Medico di Base presso la sede dello Psicologo stesso, nelle vicinanze dello studio medico, entro e non oltre i limiti della zona assegnata.


I Modelli di Cooperazione A, B, C, D ed E sono esposti in ordine d’efficacia (il Tipo A è il più efficace, il Tipo E è il meno efficace) e di livello d’integrazione tra le attività dello psicologo e del medico.